• Pubblicata il
  • Autore: IL TINTORETTO
  • Categoria: Racconti etero
 RAGAZZA, CAZZO E VERDUZZO - Caorle (VE) - Lecce Trasgressiva
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  • Categoria: Racconti etero

RAGAZZA, CAZZO E VERDUZZO - Caorle (VE) - Lecce Trasgressiva

Invito la mia ragazza a cena e preparo io. Si fa per dire, perchè in realtà ordino tutto alla rosticceria cinese. Comunque lei è contenta e, come al solito, dopo tre bicchieri di verduzzo, è già mezza brilla. Giochiamo sotto il tavolo coi piedi. Ne allungo uno e lo metto sulla sedia, tra le sue cosce. Le piace.
Il riscaldamento è impostato sui 25 gradi e non è un caso. Un altro bicchiere e ci togliamo i vestiti. Verso alcune gocce di vino sul suo pube e sul mio pene. Andiamo in camera. Distesi sul letto, accarezzo le sue gambe e le sue cosce e mi accorgo che non si è depilata. Meglio così. Massaggio la sua pelle con il palmo delle mani su, giù, lungo la schiena, sul collo e sulle spalle. Il suo corpo si rilassa e le mie mani scendono più in basso, sulla vulva calda e straordinariamente pelosa. Le mie dita, e poi le mie labbra, scendono lungo il midollo spinale. Dal collo fino al coccige, all'ultima vertebra. Tutto accade lentamente; in quella sera, il tempo non ha velocità.
Bacio e lecco i suoi organi genitali. Mmmmmh... è bello assaggiarli e respirare il loro odore aspro e sanguigno.
Le spalanco le cosce, le incollo una mano sulle natiche rotonde, e con l'altra stringo il seno e le pizzico i capezzoli induriti.
La mia lingua si muove come quella di un serpente, la sua vagina sembra un tulipano rosso coperto da due petali di pelle rosa. Sento il loro gusto, la loro essenza, e lecco tutto lentamente, lentamente, come se le stessi esplorando per la prima volta. 
Quando raggiungo il clitoride, lei si torce improvvisamente e grida forte, sollevando i fianchi e godendo. Io mi fermo, la lascio respirare... non c'è fretta. Lei invece si siede e afferra subito il mio pene eretto, potente, virile. Si inginocchia tra le mie gambe e si china per ingoiare con lussuria quell'appendice di carne a lei tanto cara.
Lo lecca, lo succhia, lo mangia con avidità. I nostri corpi nudi sono uniti e lucidi, come due corde avvinghiate, pronte a scattare l'una nell'altra o contro l'altra. Le mie mani vagano senza senso sui suoi capelli, premono inutilmente la sua testa già piegata al massimo sul cazzo pulsante. Lei continua come un gabbiano che tiene nel becco un pesce appena catturato tra le onde. 
La febbre dell'orgasmo mi sorprende. Raggiungo l'apice del piacere con una danza frenetica della sua bocca, che beve ogni schizzo del mio seme senza vergogna o pudore.
Poi rimaniamo distesi per qualche istante, ci baciamo e bagnamo di nuovo le nostre labbra con il vino. Tra qualche minuto ci ameremo ancora...

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