• Pubblicata il
  • Autore: GIAGIO IL MALVAGIO
  • Categoria: Racconti etero
UN PAGAMENTO “IN NATURA” - 3° capitolo - Grosseto (GR) - Lecce Trasgressiva
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UN PAGAMENTO “IN NATURA” - 3° capitolo - Grosseto (GR) - Lecce Trasgressiva

Spalancò gli occhi e un sorriso le attraversò la faccia mentre mi spingeva per cambiare posto in modo da potermi cavalcare. Quella giovane vacca mi girò, montò di nuovo sul mio cazzo e lo fece di nuovo scomparire tutto dentro di lei. Iniziando lentamente, oscillò avanti e indietro e poi lo seppellì con la sua fantastica figa. La lentezza non durò molto perché il suo ritmo aumentò così come il rumore che stava facendo. Non avevo idea di chi fosse quella ragazza, ma mi stava fottendo come una professionista. Cominciò davvero a scoparmi in modo frenetico. Raggiunse un orgasmo (vero o presunto) in pochissimo tempo, poi mi guardò negli occhi e mi diede uno schiaffo sulla faccia. - Sborra per me adesso... In questo momento! Dopo nemmeno cinque minuti iniziai a venire e non riuscivo a fermarmi. Non avevo mai avuto un orgasmo così veloce dai tempi del liceo, e ho riempito il Durex fino a fare quasi scoppiare il serbatoio. Saltò di nuovo sulla scrivania e mostrò la vagina unta, dilatata e accogliente. - Adesso mangiami ancora fino a quando non sarai di nuovo duro! Rimisi a malincuore la mia faccia sulla vulvona e ricominciai a leccare. Questa volta era diventata più aggressiva e si spingeva in avanti impedendomi quasi di respirare. Dopo il suo ennesimo orgasmo vero o presunto, il mio uccello aveva già preso il volo. Lo guardò con indifferenza (forse i miei 14,8 cm. erano pochi per una donna afro-italiana, probabilmente abituata ai cazzi dei suoi connazionali), si inginocchiò e lo prese in bocca tutto intero senza problemi. Se non siete mai stati con una donna di colore, fatelo. E' veramente sexy vedere il contrasto dei colori della pelle. La bocca della piccola dea era meravigliosa quanto il resto di lei. La sua lingua roteava intorno alla cappella e, ogni volta che si staccava, tornava sempre più veloce facendomi impazzire. Ricordo che gridai di gusto proprio prima di esploderle in gola. Ingoiò la maggior parte del mio sperma ma ce fu un po' che le sfuggì scendendo sul suo viso. Quando terminò il pompino, chiese dov'era il bagno, si diede una pulita e si rivestì molto in fretta. Appena mi ripresi dallo shock e uscii a mio volta dal bagno, lei se n'era già andata, aveva lasciato tutto quello che aveva scelto sul bancone insieme a un biglietto che diceva: - Mi dispiace scopare e scappare, ma è successo qualcosa di urgente. Tornerò domani per ritirare questa roba. La lettera odorava di fagioli borlotti e tutto quello che potevo fare era chiudere la saracinesca e pensare con stupore a quel che era successo nell'ultima ora.

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